Non che si sia parlato troppo di pallavolo, in questi ultimi tempi.
Almeno non su queste schermate, almeno non ultimamente. Questo il
rimprovero che viene da più parti, detto a squarcia gola,
non detto, taciuto sotto mentite spoglie.
Quindi, dopo aver scritto parecchio di politica (ce n’era
bisogno? Forse no), dopo aver sentito parecchie chiacchiere sui
pallavolisti, dopo aver sentito pochissime chiacchiere sulla pallavolo,
beh, signori, torniamo a parlare del nostro beneamato sport.
Chè è per questo, per un sottile amore, che è
nata questa rubrica. E i sentimenti, cari miei, non si scordano
mai. Anche se per un po’ passano in secondo piano, anche se
qualcuno prova ad affossarteli con cattiveria. Noi siamo qua e,
ancora per un po’, abbiamo voglia di pallavolo. Ne abbiamo
bisogno. E ne parleremo, come abbiamo sempre fatto, siamo tradizionalisti,
non sempre ma spesso.
Parleremo, nel corso della stagione, della squadra di modelle
carpigiane che si appresta alla terza sfilata consecutiva,
finora quelle verso la B2 e la B1 sono state travolgenti, sexy,
sin sfronatate. Parleremo della sorpresa Montale,
che ha voglia di stupirci ancora, almeno speriamo.
Parleremo del Vignola che ha da poco acquisito
la signora Franceschelli, e se questa salta e schiaccia come il
marito saranno dicks for everyone (o, come ho sentito da qualcuno
in Fiera, “they’ll be ‘for ladies items’”,
sottilissima quanto piastrellaia locuzione spregiativa di donne).
Parleremo delle femmine Villa d’Oro, sempre
più “esperte”, sempre più morinizzate,
nel senso che l’assenzio pare abbia soppiantato il silenzio
e l’assenso alla politica di dissenso sulla retrocessione
pare abbia più senso, il sentimento, è troppo denso,
I wanna dance all night yeah…
Parleremo di noi stessi, chè senza di noi
la pallavolo mondiale e i bar (sia quelli in cui si distribuiscono
alcolici, sia quelli in cui si parla) sarebbero crollati da quel
mò. La Cariparma ha un compito non facile quest’anno,
oltre quello di collettivizzare l’istituto di credito da cui
è patrocinata: ma sognare una ripetizione non ha mai fatto
male a nessuno e noi amiamo ripeterci, nonostante siamo diventati
una squadra schiva. Il Cicciolo non saluta nessuno, Franceschelli
non saluta nessuno, la Gianda saluta tutti e “alla Ugolini”
simula un orgasmo ed il conseguente infortunio alla terza schiacciata
sotto la rete. Checchè ne dicano pallavolisti e non, lo zoccolo
duro della Villa d’Oro c’è sempre, Pancia in
testa. Perché le partite continuano a vincersi non solo di
testa e cuore e talento e fisico, ma anche e soprattutto di stomaco
e noi siamo messi bene, e anche se Roffi ormai l’ha consumato
tutto, ci sta pensando Armaroli padre a ricolmare il vuoto di stomaco
(Paolo non mi cacciare, sono una bandiera!).
Parleremo dell’Universal che si affida ai
soliti e ad un talento in più, Sangiorgio sr, che pare aver
già fatto impazzire mister Molinari. Ma soprattutto, per
quel che riguarda Carpi, non parleremo più di Nannini, lasciando
la favella a Canulli che ne sa più di noi e dall’alto
della sua necrofilia può svelare arcani misteri. Infine parleremo
molto in campo, soprattutto con Ferro, in toni come sempre distensivi
perché noi, in fin dei conti, ferrofaicagarenonseicapaceaschiacciarebatteremurarealzaredifenderesetisaltaanchelaricezionecazzofaiincampogiochiabriscola?,
ci vogliamo bene.
Parleremo della Stadium, che coi suoi giovani e
con una vecchia volpe come Zucchi (e le volpette Cavazza e Cavallari,
e il volpone Becchi) non credo sia bestemmiante definire in lizza
per i primi due posti.
Parleremo di San Prospero, che ha ulteriormente
rafforzato la squadra e stavolta guarda con più serenità
e financo una punta di spavalderia al campionato, ma con l’acquisto
di Luppi ha mandato tutto il buon mercato estivo a puttane e ci
vorranno un sacco di soldi per ripagarle, queste benedette puttane.
A proposito di benedette, parleremo del Lucido, che con in mano
la marmaglia AnderlinCimonEurotecniScuoladiPallavolo
(sì, credo sia questo il nome) farà credo ottime cose,
il materiale su cui lavorare è buono.
Parleremo di Casinalbo, delle sue ucraine, del
suo alzatore da nazionale, dell’altro alzatore che non dice
un cazzo ma in nazionale ci va davvero (femminile, crucca, ma pur
sempre nazionale eh, santoddio!).
E poi parleremo del campionato di serie C, forse davvero il più
divertente di tutti. Col Torrazzo che si è
spedalizzato (via Zombie, Cisko e Petocchi), col Vignola
che si è rontanizzato (e quindi lotta per la salvezza), col
Modena Est che si è Padellizzato, e quindi,
dopo un po’, si rompe, però beve, con la Carnaby
che si è Torrificata.
Parleremo anche dei reggiani, va là, che
tanti amici sono ancora in-quadrati: non parlo di Ricchetti, ormai
sultano del Brunei, ma di Famiglietti, Ugolini e soprattutto Malavolta
(negro ma dove cazzo sei andato e soprattutto, con sti dischi, la
vogliamo piantare che poi i vicini si incazzano, DSNC???) che troneggiano
a San Martino. Oppure di Vecchi, Malmusi e Giannotti,
che saltano la quaglia a Reggio. Oppure della solita colonia
correggese e della famiglia Astolfi che si è riunita,
con quello di mezzo che è tornato a far finta di giocare
in Prima Divisione non rendendosi conto della “brizzolatis
dementia” che avanza.
Una “brizzolatis dementia” che avanza anche per un certo
Francesco Lancellotti, padre di famiglia eccezionale
che assieme ad una Bbanda di matti, capeggiata
dal Mago Gorlino (gonfiatosi a dismisura…
che aspetti un bambino?) e composta da Eraldo Finanziaria
Sgarbi, da Diego Slow (sleeping) Play Rossi,
da Alle Alle Ciuacciua e da Enrico Caseificio
Petocchi, coadiuvati da Suca Tuca Zuccarini
e da Ragu Rego Rogo Riga Raguzzoni dominerà
una Prima Divisione insulsa per contanti (sì, contanti) giocatori.
Ciuottoooooooo!!! Non ti ho dimenticato, è
che come i boa tu tieni la testa sotto la sabbia, e così,
a quell’altezza, ti può vedere solo Riccardo
Homework Lelli…
Infine parleremo di gnocca, perché noi non ce le siamo mica
dimenticate tutte le belle e felici donzelle che giocano tra San
Damaso e Nonantola (a proposito, Alice,
ti chiedo scusa, ma nella famiglia Ugolini ci sono strani soggetti
che quando bevono… bevono!), tra l’Amendola
e il Volley Modena, tra il Torrazzo
e Maranello e tanti tanti tanti altri luoghi di
cui avremo modo e tempo di parlare.
Insomma, parleremo.
Pare vada di moda.
E in un momento in cui parlano tutti, noi ci confermiamo tradizionalisti.
E maledettamente conformisti!
Alla prossima, valorosi paladini dello sport che ha fatto grande
la nostra cittade e il suo contado!
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