El
Brancamentero Sgarbi voto 4: media. Chi vi scrive
non l’ha mai visto giocare da sei, ma nemmeno da cinque. Entrato
in un gremito PalaAnderlini, tutti i 300 spettatori mi dicono “bomber,
questa è la volta buona, Sgarbi sta rompendo i culi”!.
Perfetto mi dico io, era ora! Risultato? Nei restanti tre set Sgarbi
fa due punti due, di cui uno in bagher. Il contraltare è
che fuori dal campo non si è mai visto uno Sgarbi sotto all’8,
e anche venerdì sera rifornisce di euro il produttore dell’amaro
Montenegro, a momenti uccide una decina di persone franando su un
ombrellone in zona fumatori (dopo una rissa a testate), a momenti...
La media tra lo 0 del campo e l’8 del fuori, fa, per l’appunto,
4. Un brancamenta per favore. Colluttorio.
El comandante Pederzini voto 6,5:
a girovita è l’unico che compete alla pari con i carpigiani,
e dire che lo Sporting non è certo team filoforme, ma Carpi
lo surclassa. Si spegne alla distanza, in carenza di zuccheri e
di palloni. Il governo ombra di Raguzzoni gli dà fastidio
e si vede. Comunista.
Diego Rossi voto 6:
l’unico a tenere in piedi la baracca in campo, ma si sa, è
anche l’unico che ha dei pilastri abbastanza robusti su cui
appoggiarla, la baracca. Quando invece è lui ad appoggiarsi
sono sempre fatti di sangue. Jack (lo squartatore).
Suca Tuca Zuccarini voto 10: spaziale.
Dopo una toccata non vista dall’arbitro reagisce con un “vaffanculo”
sparato in faccia che gli vale il rosso. Al chè Zucca ribadisce
un “sei proprio una testa di cazzo” che gli vale il
giallo e rosso assieme. Ma nei pochi secondi in cui l’arbitro
cerca i cartellini nel taschino, Zucca è già borsa
in mano sulla porta dello spogliatoio. Che abbia poteri di veggenza?
Denim, un uomo che non deve chiedere mai.
Marcello Petocchi da Modena voto 9:
confinato in panchina che pare abbia perso a spadaccino con Diegone,
ha l’occasione della vita quando Suca Tuca viene espulso.
Ma sir Alex Avalon propio non lo caga e vuole continuare la partita
con 5 uomini in campo. Rontani lo aizza e allora Petocchione sfrutta
il nuvo regolamento e si automette in campo, steccando subito la
prima veloce dell’anno. Poi si dilegua, nell’ombra,
scura figura nella notte della valle di Avalon...
Un Padre voto 8: in
campo confeziona una sciarpa leggendaria con cui costringe alla
standing ovation i 300 del PalaAnderlini. Poi, lui, estremo esempio
di flemma, dice ai suoi che non si può ragionare da singoli
e darsi addosso. Il problema è che l’ingiunzione arriva
in uno dei grandissimi tempi chiamati dallo Sporting, in cui la
distanza minima tra un giocatore e l’altro è di tre
metri. Nell’ultimo time out del tie-break Rontani è
addirittura in tribuna, con Sgarbi in bagno e Lelli in discoteca.
Al people è guida e faro, per tutti.
Nicotina Nicosiano voto 6 di stima:
si perde nella giungla. Ma quando hai un opposto che fa punto solo
in bagher, non si può certo dare la colpa al libero. Lucidatissimo.
Riki Le Roi Lelli voto 7,5:
in campo è pessimo. S’intestardisce coi primi tempi
quando invece l’ingresso di Rontani dovrebbe creargli una
paresi al polso verso posto due. Però nella mimica sugli
eventi che hanno evidentemente spaccato una squadra che probabilmente
si ritirerà dal campionato giovedì prossimo, quando
Papotti la prenderà a pallate, è eccezionale. Attore
nato.
Caseificio Petocchi voto 8:
per la risposta che dà a un insofferente Cisko che si lamentava
delle alzate troppo corte: “Io te le darei anche buone, ma
non ce la faccio”. Ineccepibile, anche per come gestisce i
suoi e per come riesce a camuffare il fatto che Sgarbi faccia vomitare,
facendo imbrocchire anche gli altri. Taleggiante.
Papà Rontani voto 10:
redarguito a inizio partita perchè Sgarbi sta organizzando
la serata con la tribuna, e lui se la ride, torna a far andare la
zip della tuta e infatti il prof lo fa entrare. Il suo attacco a
set ormai perso è il più lento della storia, a 2.3
km all’ora. Come in ogni squadra in cui arriva spacca lo spogliatoio,
rompe gli equilibri., fa figli. Rontanizzato.
Raguzzoni nel ruolo della “figa”
voto NO: in Villa pensavamo che Ugolini fosse il
re della sceneggiata napoletana, e invece c’è il suo
idolatratore che è peggio, e allora ci spieghiamo molte cose!
Viene messo in panca a inizio partita da sir Alex Avalon, perchè
alza troppo al centro (giusto) e per tutta risposta risponde: “No,
io per te non ci gioco più, ecco! Non voglio giocare, non
voglio giocare, non voglio giocare! Uffa, specchio riflesso!”.
Atteggiamento polemicissimo che infastidisce il politburo della
Carnaby, che ovviamente lo redarguisce. Lui si appella al fatto
che alle medie ha fatto vincere il torneo interno delle Ferraris
al prof, e sedici anni fa ha fatto due ace fondamentali nella partita
scapoli-ammogliati in cui il prof allenava gli scapoli e l’alzatore
era proprio Calimero. Visti questi precedenti, Ragu pretende di
giocare sempre, fino alla morte. Giustissimo, incontestabile. Però
un atteggiamento oltre-Ugolini così è eccessivo. Per
fortuna si rifà dopo, mangiando sei capre intere e facendosi
desiderare al People. Alla fine però decide di entrare “tanto
il guinzaglio è a letto!”... “Ciao amore”
– “Ah, ciao Gio, cazzo!”... Inamovibile.
Ciuttooooo voto 10: spaziale.
Avrebbe dovuto giocare, ma deve allenare l’under 13 femminile
di freesbee subacqueo di Montese, che fa 3-2 in una partita fondamentale
per il mondo e l’universo e così arriva appena in tempo
per vedere lo Sporting essere preso a pallate da una squadra dai
girivita abbondanti. Entra in spogliatoio, dove infuria la polemica
per il comportamento da figa di Raguzzoni e della squadra. Con la
solita flemma Ciuotto si rivolge al presidente: “Ma Giancarlo
dai stai scherzando?” – “Ma cosa vuoi tu, che
tra l’altro sei uno di quelli che non è mai in palestra.
E uno allena, e l’altro c’ha la famiglia, e l’altro
ancora lavora, e insomma non c’è mai nessuno”
– “Ma Giancarlo dai stai scherzando?” –
“Sai cosa ti dico? Per me puoi anche stare a casa” –
“Per me posso anche stare a casa”. Grande Ciotto, un
fine carriera di arroganza pura!
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