ultimo aggiornamento: 19/02 18.30
HOME PAGE

CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

Non ce la faccio...

C’è un problema.
E questo problema non si chiama Massimo, non si chiama Dario, non si chiama Rosi, non si chiama Romano. Non è neanche “un negro”, come diceva il buon vecchio Brady a Jack Torrance in Shining. E non si chiama nemmeno Walter, perchè altrimenti avrei scritto “c’era un problema”. Questo problema si chiama Identità. Questo problema si chiama Partito Democratico.

Ora, io non sono quello a cui piace uscire coi fastidiosissimi “io l’avevo detto”, anche perchè che conta e a che serve che io l’abbia detto prima? Fatto sta che ci sono voluti ben dieci mesi di sconfitte clamorose e un tracollo alla fin fine insignificante in Sardegna (che è notoriamente regione ballerina e non certo detentrice di poteri, interessi e ricchezze spasmodici) per far capire al buon vecchio Valter e al suo eburneo direttivo che c’era qualcosa di sbagliato, in questo PD.
Purtroppo però Walter e l’esimio direttivo navigano a vista: ovvero hanno individuato il problema in Walter stesso. Pur non essendo tra gli estimatori e i tifosi urlanti del nostro moderatissimo amico, sono convinto che il problema sia molto più grave di Walter. Mi spiego: nel neonato Pds il problema era evidentemente Occhetto Achille, il segretario. Una volta fattosi da parte il segretario per lasciare posto al rampante, lungimirante e faccendiere D’Alema Massimo, il Pds ha vinto le elezioni. Ora, o al posto di Veltroni il PD schiera il tridente Roberto Baggio-Elisabetta Canalis-Rocco Siffredi (per accontentare tutti) o non vedo quale figura politica all’interno del partito possa riuscire a ribaltare una situazione esasperata ed esasperante. O quantomeno migliorarla.

Il problema del PD nasce col PD: ed è un problema, grosso ai limiti dell’abnorme e del grottesco, di Identità. Lo scrivo con la I maiuscola perchè per chi è (o è stato, chi ne sa più niente ormai?) di sinistra come me, l’Identità è sempre stata una bandiera a cui votarsi, un vessillo da esporre con fierezza: noi sapevamo chi eravamo e dove stavamo andando. Sapevamo cosa ci piaceva e cosa no. Sapevamo, soprattutto, cosa volevamo.
Il PD, la fusione, la grande famiglia, anzichè riempire un vuoto ha allargato il nulla. Il problema non è, come qualcuno erroneamente ritiene, che non ci sono più gli elettori di sinistra, che il popolo della sinistra è cambiato, che i giovani votano a destra. Perchè il popolo della sinistra c’è ancora, lo si vede in piazza. E i giovani impegnati a sinistra come a destra, sono ancora tanti, per fortuna. Il problema, ancora una volta grottescamente, è l’inverso: è che gli elettori di sinistra non hanno più niente da votare! Non mancano gli elettori, manca il partito! Sembra demenziale, ma, ahimè, è così...

Ed è qui che dovrebbe aprirsi la riflessione. Come in tutte le questioni e in tutti i fallimenti ci deve essere un capro espiatorio, e il capro espiatorio è il timoniere, non siamo qui per discutere di questo. Quindi benissimo, che Uolter alzi i tacchi e vada, ma la conditio sine qua non è che a questa alzata di tacchi segua un profondo momento di considerazioni e di autocritica. Perchè no, anche di marcia indietro, se si pensa possa servire, anche se si unirebbe grottesco a grottesco in una spirale che chissà quale fondo avrebbe... Oppure che come la spirale di violenza, anche la spirale di grottesco diventi un ottimo anticoncezionale per non generare altro grottesco? Lasciamo stare Bergonzoni va’...

Qua, prima di tutto, noi elettori di sinistra, vogliamo capire una cosa che ancora non abbiamo capito: perchè è nato, questo benedetto PD? Sotto quali ideali, spinte emotive, grandi progetti? No perchè, onestamente, qui il pensiero che mi pervade è che il bellissimo partito unico di democristiani e comunisti sia stato messo in piedi alla bene e meglio come arma presunta per cercare di evitare una sconfitta certa alle elezioni politiche del 2008. Senza programmi. Senza idee. Senza, per l’appunto, Identità. Sconfitta bruciante, il piano non ha funzionato. E allora ideologie, programmi e progetti a farsi benedire e rappresentanti tutti come cani sciolti a dire la loro opinione.
Non passa mese che in Parlamento ex-margheritini ed ex-diessini votino disgiuntamente su decreti o ordini del giorno. Per fare un esempio terra terra come se Bossi votasse a favore del rogo generale degli immigrati e Borghezio contro. Una bestemmia, una cosa impensabile all’interno dello stesso partito, tra persone che hanno un progetto comune, comunanza di idee, intenzioni che vanno nella stessa direzione, quella direzione che è stata suggerita e ha avuto il consenso dell’elettorato.

Eccolo, l’altro punto rovente, per chi vi scrive. L’elettorato. Quello del PD fu un colpo di stato. Nessuno ha chiesto alla base (ormai eterea ed evanescente) cosa ne pensasse del PD: ci hanno chiesto di votare il capo di un partito che nessuno aveva scelto. Che è nato là, non qua.

Ci si trova così nel paradosso di un partito organizzatissimo, con segretari, presidenti, ministri ombra, direttivi, uffici e feste, senza un elettorato. Ma non perchè gli elettori non ci siano, il 30 e passa per cento mica è un dato da prendere alla leggera. Ma perchè questi elettori non hanno più un’Identità di riferimento e un’Identità politica. Anche solo dieci anni fa chi votava per il Pds e prima per il PCI era riconoscibilissimo. Adesso chi distinguerebbe chi vota PD da chi no? Per cosa? Per cosa un elettore di sinistra dovrebbe votare PD? Ecco, credo sia questa la domanda che in molti, come me, si fanno. E ci piacerebbe avere una risposta perchè non capiamo. Ci piacerebbe che se la facessero anche loà, a Roma, questa domanda. Perchè un elettore di sinistra dovrebbe votare PD?

Il PD ha voluto unire sotto un’unica bandiera (chè, per ora, pare di capire ci sia solo quella), Democrazia Cristiana e Partito Comunista, cattolici moderati ed esponenti di sinistra. Ha falciato (ma con colpe evidenti anche di chi dirigeva quei partiti) la sinistra cosiddetta estrema, secondo un piano comunque ben studiato e avallato da Veltroni e amici. Ha creduto di inglobarla. In realtà il PD non ha inglobato nulla e, anzi, sta assistendo impotente ad una lenta emorragia. Non ha preso i voti di Rifondazione, perchè i voti di Rifondazione o stanno a casa propria o li ha fatti suoi Di Pietro, non ha preso quelli dell’Udc, come stolidamente era nei programmi di chi ha creduto (sarà poi vero?) in questa unione. Il Pdl è in crescita, la Lega incredibilmente forte, i cattolici che hanno il coraggio di chiamarsi tali rimangono sulle loro posizioni, i neo-post comunisti sono scomparsi, tanto nei partiti quanto in chi li votava. Quindi rimane Di Pietro, per chi votava a sinistra? Che meraviglia!...

Tra pochi mesi ci saranno le amministrative, anche qui, anche in Emilia, anche nel feudo peninsulare degli ideali socialisti, del sogno della cooperazione, dell’assistenzialismo e dell’integrazione. Gli amministratori di queste parti sono bravi e sono nel PD, non c’è ragione per cui non possano essere appoggiati e rieletti. Però ora noi si ha paura, sissignore.
Speriamo di non svegliarci nel mezzo di un brutto incubo.
E sperando di svegliarci, all’indomani delle elezioni, in un mondo dove l’acqua vada ancora alla bassa, beh, credo pretenderemo sia qualcun’altro a svegliarsi. C’è bisogno di farlo in fretta.

Ciao Walter.
Sei un bravo scrittore, un ottimo oratore, una bella persona, credo. Ma non ci mancherai.

di Alessandro Trebbi


Oh Trebbi ti trovo più interessante quando non ti occupi di politica. Stavolta però un po' mi fai preoccupare per lo sconforto che ti attanaglia. Ti scrivo da Firenze, città purtroppo (visti i risultati) ormai da troppi anni amministrata (rovinata! e massacrata!) dal pd o pds che dir si voglia,e forse tra poco da democristiani ciellini travestiti da comunisti; il problema vero è la carenza di qualità nei politici di qualunque parte essi siano. Cercano tutti solo potere consenso e soldi, degli interessi della gente se ne fregano.Pur non essendo politicamente schierato e per niente simpatizzante della sinistra penso che il buon Walter persona quantomeno onesta, non era certo il peggiore. Se devi ripartire da baffino (il velista)o da golfino di cashmir (l'operaio che non sa nemmeno come si avvita un bullone) mi sa che c'è poco da stare allegri. Fortuna vuole che a destra non siano messi meglio anche se forse sono un po' più coesi. Pensa a giocare e a battere il record del superbomber che è meglio!! Saluti affettuosi - Nicola - 19/02