ultimo aggiornamento: 19/11 14.00
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Qualcuno dice che è finita un’era. E non parla della Villa d’oro.

Però c’è un però, perchè se per i nostri colori si può forse dire che l’era dell’oro sia finita davvero, per il berlusconismo siamo ancora ben lontani, dalla fine di un’era. Forse è finita l’era di Berlusconi capo del governo. Forse. Ma il berlusconismo è un virus che ha appestato l’Italia e prima di debellarlo passeranno anni e forse non ce ne libereremo mai. È cambiato il costume. O, se volete, ce lo siamo proprio tolti, il costume. E ne abbiamo gioito.

Siamo tutti d’accordo che Belen nuda sarà anche un bello spettacolo. Ma lo è meno dal momento che sta sul lettone di Putin assieme al primo ministro, assieme ad altre dieci, cento, mille puttane pagate da un premier che invece dovrebbe essere a Bruxelles, a Roma, a Berlino.
Non è un bene che le puttane passino sotto silenzio, che le barzellette passino sotto silenzio, che il vilipendio della donna passi sotto silenzio, che l’immobilismo, il priapismo, il qualunquismo, il nascondismo, il nepotismo e chi più ne ha più ne metta, che tutto ciò passi sotto silenzio, che si dica che Berlusconi è caduto perchè ha compiuto un atto di grande generosità, o perchè la sua maggioranza si è sfaldata, perchè Fini è il peccato originale, perchè il rendiconto è passato con soli 308 voti, perchè Casini e Bersani hanno fatto una grande opposizione, perchè abbiamo un Presidente della Repubblica, questo sì, integerrimo e risoluto (sarà mica perchè è un comunista?). Tutto bellissimo. Ma le puttane?

Lo vogliamo dire, ammettere, scrivere a caratteri cubitali che un paese non può essere governato da un puttaniere che per giunta si bulla di esserlo, smettendola di trincerarci dietro il fatto che “è vita privata, sono fatti suoi” perchè i “fatti suoi” di un presidente non esistono e non sono mai esistiti? Che un paese non può essere governato da uno che non è stato in grado di fare una riforma che sia una nonostante i due governi più lunghi della Repubblica, perchè l’importante era stare lì legittimamente impediti, comandanti col doppio petto, gonfiati da un voto popolare che dava aura di divinità?

Da uno che pensa a scopare, a raccontare barzellette e a poco altro, che ha giri di droga e affari strani nelle sue magioni, che fa passare in Parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak? Da uno che mette Mara Carfagna a capo di un ministero, Nicole Minetti dentro un consiglio regionale, Gabriella Carlucci dentro al Parlamento?!?

Da uno che alla fine di tutto fa una riunione coi propri figli e Confalonieri, per chiedere consiglio su come ricattare Monti e salvarsi e salvare loro il culo, anzichè coi propri interlocutori politici che da oggi, per Silvio, sono già depennati dalla lista? Perchè in Italia, dopo 18 anni di Silvione, si fa una questione politica di ciò che di politico ha poco o nulla?

Perchè è cambiato il costume. O, meglio, ce lo siamo tolti.

Una volta, venti anni fa, non mille, ci si dimetteva dalle cariche pubbliche per molto, molto meno. Qualcuno un senso di rispetto ce lo ha ancora, il buon Marrazzo ha avuto l’acume di andarsene in un convento, dopo essere stato scoperto a fare ciò che faceva. Ma Berlusconi è, è stato anche questo: sberleffo delle istituzioni, ridicolizzazione del ruolo nazionale e internazionale di un premier, meretricio a tutto tondo e in qualsiasi settore della vita. Pubblica e privata.

Vent’anni fa il marciume che emergeva da Tangentopoli faceva scalpore, Di Pietro, Gherardo Colombo e compari furono accolti come eroi nazionali, Craxi preso a monete in faccia perchè non si poteva fare altro. Poi qualcuno ha detto che era stata fatta piazza pulita, qualcun’altro si è presentato come il nuovo, l’immacolato, il puro, il difensore dell’Italia e degli italiani, qualcuno ci ha raccontato che i comunisti stavano per prendere il potere e per mangiare tutti i nostri figli (incredibile, nel 1994!) e alè, diciotto anni di buio, di regressione non economica, badate bene.

Culturale.

Sono la cultura, il libero arbitrio, la critica, la fottuta critica, che ci sono mancati, in questi vent’anni. E non solo per colpa di Berlusconi e del suo grande fratello mediatico che ha ottenebrato le menti di molti, se non di tutti. Perchè con quelli Berlusconi ha vinto e continuato a vincere le elezioni, e questo non si discute. Berlusconi non era lì per grazia ricevuta ma perchè qualcuno lo ha votato, o per tutelare i propri interessi o perchè (la stragrande maggioranza) imbambolato. Ma imbambolato non dalle sue parole, dalla sua campagna elettorale, no. Imbambolato dal mondo che Berlusconi e le sue televisioni hanno creato, incapace di avere una visione critica d’insieme di ciò che veniva proposto, assuefatto al marcio, al dominio del potere e ai culi di Pamela Prati ed Elisabetta Canalis. E affascinato dal carattere e dalla combattività, questo dobbiamo concederglielo, di questo padrone di Milano e dell’Italia.

A un certo punto il malaffare della politica ha cominciato a fare meno casino, i processi di Mani Pulite anche, e anzi, si è ribaltata la scena. Il padrone d’Italia si è dipinto come un perseguitato, ha dato, ha dato lui della casta ai giudici, prima ancora che il termine “casta” entrasse nell’uso comune per definire i parlamentari. Così, nel 2011, le indagini sulla P4, sui vari Lavitola e compagnia bella e le collusioni di alti esponenti politici col malaffare non fanno più notizia, hanno meno visibilità delle tette di Belen, sono scivolati in fondo all’agenda dei media. E, badate ancora bene, non solo dei media di Berlusconi. All’inizio è stato così. Poi l’agenda della comunicazione di massa ha pian piano iniziato a spostarsi, in massa, sull’asse B. Berlusconi, Baccano, Balotelli. Belen. Baldracche. Tante, tantissime baldracche, in ogni dove.

Si è parlato sempre meno di politica vera, di idee e di ideologie, di cultura. Di proposte. Di rimedi. L’opposizione colpevolmente complice ha posto la questione in termini di pro o contro-Berlusconi, esasperando il confronto, mitizzando la figura del Cav ancora di più e contribuendo ad allontanare dal dialogo la politica vera e la cultura vera, meno capace non solo di manipolare ma anche più semplicemente di utilizzare la forza comunicativa insita nei nuovi media.

Politica vera e cultura che sono ad oggi confinate in ambienti di nicchia come alcuni circoli, le sezioni provinciali dei partiti, i teatri delle città, Rai Tre e Rai Storia, il manifesto, Dylan Dog e questo sito. Così, man mano e con una velocità sempre maggiore, siamo finiti nel baratro. Che non è, non solo almeno e non soprattutto, il baratro economico, del debito o degli spread. È un baratro di coscienza civile e di convivenza sociale, un baratro di idee e di confronto. Un baratro di identità e di progresso collettivo.

La dignità delle istituzioni è finita sotto un letto (o meglio, dentro).
La dignità delle donne è finita sotto un letto (o meglio, dentro).
La dignità della lotta politica è finita sotto un letto (o meglio, dentro).
La dignità dei mezzi d’informazione è finita sotto un letto (o meglio, dentro).
Per ricomporre lo sfacelo berlusconiano non basta cambiare il capo del governo. Ci vorranno anni. Sempre ammesso che su queste macerie si possa ricostruire.

Monti non mi piace, è un conservatore di destra, ma in un momento così accettiamolo pure. Tra tutti i tronchi che ci siamo ritrovati nel deretano, questo è anche uno dei più piccoli. E a chi, strenuo difensore del qualunquismo, dice “adesso poi vediamo chi trovate meglio di Berlusconi, fanno tutti schifo”, dico che anche l’anarchia è meglio di Berlusconi. Ma soprattutto meglio del suo mondo. Quello fa schifo davvero.

L’Italia non è e non sarà mai un paese di sinistra. Di comunisti, per dirla coi termini in uso in questi venti anni. E di ciò mi rammarico. Ma al contempo, nutro una speranza. Non che l’Italia diventi un paese di sinistra. Pia illusione. Che l’Italia torni ad essere un paese dignitoso.

P.S.: anche perchè mi sono un po’ rotto i coglioni di essere preso per il culo da tutti i tassisti del mondo, da New York ad Assen passando per Calella e Mombasa, solo perchè sono italiano quando siamo stati noi ad insegnare a mezzo mondo a scrivere, a parlare e a costruirsi le loro fottute case e i loro fottuti teatri.

P.P.S.: questo sproloquio è stato scritto per aumentare i contatti del sito, lievemente in calo, grazie alle visite del Mistero dell’Intero. Ringrazio anticipatamente gli informatici che stanno al Viminale per la visita e li invito a leggerci più spesso

di Alessandro Trebbi
Scrivete a Trebbi!
 



 






Complimenti Trebbi sono completamente d'accordo con te. Mi dispiace non averti preso a giocare a Campagnola. Ciao. Rustichelli Giulio - 16/11

Dire che sei un mito è semplicemente riduttivo. Se non avessi paura di ritorsioni da parte dei suddetti informatici, potrei scrivere a "squarciagola": viva l'anarchia! - Alessandro Sassi - 16/11

Sempre lucido, passionale e mai banale. Condivido il tuo pensiero e ti ringrazio di proporre, in un sito sportivo, questi temi culturali. Un caro saluto. Continua così! - Germano Ghelfi Stadium Mirandola - 17/11

Per la prima volta mi trovo a commentare sul sito Villa d'Oro, ma con grande PIACERE in questa occasione... Non trovo una sbavatura in tutto quello che hai scritto... anzi!!! Berlusconi nei suoi interminabili anni di regime, ha portato i SOLDI nella politica in modo che la politica portasse soldi a lui e tutelasse i suoi. E' molto presto per cantare vittoria, Monti vienne dalla cultura delle Banche, non dimentichiamocelo... E' una sorta di passaggio di consegne che a primo acchito sembra "pulita", ma che in realtà racchiude "verità nascoste" che scopriremo forse a tempo debito. GRAZIE PER IL TUO SFOGO che racchiude quello di tanti!!!Ah, a proposito... Dove sono finiti quelli che hanno votato il CAVALIERE??? A sentire in giro... nessuno l'ha votato... Mah!!! Buona "poLLitica" ragazzi!!!!! Chiara Arlandini - 19/11