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ANTONIO
SASA’ SANTISI voto Daje de Testa!: uno dei punti più
spettacolari della storia del KVT di Assen porterà per sempre indelebile
la sua firma. Gambarelli alza, Santisi colpisce di testa, gli avversari
parano, di nuovo palla nel campo rossonero, Gambarelli crossa ancora perfetto
per Santisi, ancora incornata e punto. Spettacolare. Per il resto pesta
25 volte la riga in battuta, lascia Marani in un carrello della spesa,
prova lui a prendere a pizze Gamba. Silente.
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EUGE
RONALDINHO CAZZO MARANI voto 9: beh, uno spettacolo: da dove partiamo?
Dal suo “ti voglio amaaaaareeeeee” che ha contagiato anche
l’Olanda? Oppure dall’esultanza con gesto del surfista con
tanto di urlo sbraitante “Ronaldinho cazzooo!” prima pronunciata
al Pimpelaer e poi sotto gli occhi attoniti di Adriano, umiliato dall’esultanza
di Marani? O forse vogliamo parlare della serata precedente la finale,
conclusa in un carrello della spesa alle 6.30 del mattino dopo aver vomitato
terra, in stato di semi-incoscienza, essersi risvegliato un attimo per
dire “Fai cagare uno e fai cagare due” a una coppia innocente
che passava di lì, e poi essere nettamente il migliore in campo
nella finale a mezzogiorno? O degli occhialini lampeggianti e dell’assistenza
mirabile a Prampolini nella serata finale? Oppure vogliamo ricordare la
sua breakdance sui vetri rotti, conclusa con una medicazione volante,
presto imitata dal nostro Ibra? Potremmo stare qui per ore, a parlare
di Marani... Ma se non lo vedete, non potete capire. Un genio.
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GAMBA
DI CRACKER voto 7,5: ovviamente non possiamo abbondare con le votazioni.
Ma se la Villa porta a casa la sua seconda Champion’s League, molto
del merito passa anche dalle sue mani. Ovviamente viene umiliato da Trebbi,
quando questo si mette a palleggiare delle 7 stratosferiche a Prampolini
o degli schemi eccezionali che fanno schiacciare forte anche Armaroli.
Ma l’arroganza con cui insegna ai centrali il loro proprio mestiere,
il gusto con cui si sgranocchia i suoi cracker, il coraggio con cui apostrofa
Armaroli che fa casino alle cinque del mattino perché gli olandesi
gli hanno rubato il caricabatteria che poi scoprirà essere come
sempre nello zaino, gli valgono un posto d’onore tra la ciurma rossonera.
Altro che Merate, Gambarelli ha finalmente capito qual è la sua
dimensione. Arrogance.
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LADIES
AND GENTLEMAN, DIRECTLY FROM THE WALK OF FAME OF HOLLYWOOD AND VOLLEYBALL,
PLEASE WELCOME THE ONE AND ONLY, THE PRECIOUS AND BRIGHTNING... MISTEEEEEER
DIAAAAAAAAMONDDDDDDDDD voto 9: al primo attacco ha già una
curva di sedicenni che urlano di gioia ed eccitazione per le sue performances.
È la sua grande occasione, e il Diamante rossonero non la fallisce.
Sempre titolare, con le sue battute al fulmicotone, gli attacchi che smerigliano
le dita a Jackie Chan, le ricezioni creative e addirittura i pallonetti
in finale, contende fino alla fine il Pallone d’Oro a Prampolini
e trascina la Villa. La sera fa il suo, secca le scorte di tequila, beve
colluttorio, illude migliaia di olandesi e non solo. Gamba gli impartisce
il pallonetto e lui esegue alla perfezione, Gamba gli dice “Michi,
questa la tiri” e lui annuisce, abbattendo il libero di Torino con
una lavatrice. Alla fine lo chiamano tutti Diamond. E lui spacca. Le mani.
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DEEEEEEEEEEEEEEENYYYYYYYYYY
voto Autovelox: nel viaggio d’andata il terrore dei rilevatori
di velocità pervade il centralone rossonero. E infatti la stop
non entra, bisogna andare in veloce. Alla prima partita è sbalordito
da come i rossoneri trattano gli avversari, poi capisce che si fa così
e si adegua, cantando “Ciccione Ciccione” a qualsivoglia avversario.
Mentre fa il ballerino consumato si vede spuntare Marani da sotto una
gonna, e si perde nel ritmo. Il suo materassino fa acqua da tutte le parti,
e ciò, alla luce delle dichiarazioni da perfetto campeggista della
vigilia, stride un po’. Ma comunque è impeccabile, anche
nel litigare con Gamba in campo, lui che è l’unico che lo
voleva con noi ad Assen e che forse alla fine era l’unico a non
volerlo più vedere. Ciccione.
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UN
ALTRO MISTER CAMPIONE D’EUROPA voto 8: c’era solo Zombie,
una volta, a potersi fregiare del titolo. Adesso no. Adesso c’è
anche lui, mr Metano Ferraguti. Guida la squadra con cipiglio e maestria,
ma soprattutto guida il pulmi con cipiglio e maestria, in un viaggio verso
Amsterdam in mezzo a una tormenta di neve, con il resto della truppa svenuto
a fargli la stessa compagnia di 5 morti. Non perde mai la bussola, non
perde mai d’occhio i giovani scapestrati, ma soprattutto non perde
mai una partita. Il primo titolo della sua carriera è il più
importante. Campione d’Europa.
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IBRA
voto 10 (con lode e Pallone d’oro): da dove cominciare? Dalla
fine della partita decisiva, chiusa ovviamente da un suo anticipo stellare?
O dalla fine fine, chiusa ovviamente da 5 punti in faccia? Inizia senza
voce già dal primo giorno, per due serate si tiene, poi si scatena.
La notte prima della finale, dopo un litro e mezzo di sambuca, si gira
di scatto e con una perfetta manata mancina, sfonda il vetro di un orologio
al Pimpelaer. Trebbi e Fontanesi, seduti accanto al suddetto orologio
chiacchierando amabilmente in attesa della fine della serata, sono attoniti.
Poi arriva un bomber e incolpa Manuel, poi incolpa Fontanesi, ma non Trampolini,
che nel frattempo è scappato a gambe levate. Morale della favola,
i villadoriani mettono 35 euro per riparare il danno e quando escono Gesù
Cristo Prampolini ha le stigmate. Dopo esser stato medicato, indica la
retta via per il giorno seguente, e dopo aver messo giù l’ultimo
punto, alza le mani al Cielo, lui, Divino Pallone d’oro incoronato
da “France Volleyball” e dalle Sfere Celesti. Ma non finisce
qui. Come in ogni Ultima Notte, c’è un traditore, che per
l’occasione prende le sembianze di un’orda di Cinegri che
si abbatte sulla Villa e in modo particolare sul suo Messia. Ibra, mentre
fa il suo classico gesto con le braccia allargate, viene tradito da un
pugno alle spalle, a cui ne segue un altro subito dopo. Al pronto soccorso
sta “per morire”, ma il suo capitano lo salva con un etto
di zucchero. Si riprende piano piano. I Cinegri non lo hanno rispettato.
Gli orologi nemmeno perché non gli indicavano l’ora giusta.
Neanche il Ciccione, che lo ha murato sul naso, ha avuto rispetto di lui.
Ma alla fine il Campione è lui, è Ibra, e torna a casa in
un tripudio di folla. Pallone d’oro.
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BICAMPIONE
D’EUROPA NUMERO UNO voto 9: beh, che dire. La continuità
dei trionfi rossoneri passa da qui. Mettiamo da parte la modestia. Una
semifinale in cui diventa il nonno di tutti gli avversari. Una finale
sontuosa, condita da ace, cabine telefoniche, magistrali mano fuori, e
soprattutto grande generosità, nel lasciare a Ibra la giusta palla
finale. Si trasforma in lucidissimo e sobrissimo crocerossino quando c’è
da soccorrere i feriti di una rissa con dei dodicenni, poi crolla stremato
in pulmi, dopo aver condotto ancora una volta i rossoneri alla vittoria,
e due rossoneri all’ospedale. Immarcescibile.
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BICAMPIONE
D’EUROPA NUMERO DUE voto 7 (somma dei punti suoi e di Trampolini):
fa parte anche lui della continuità, anche se ovviamente il suo
apporto al successo rossonero è molto minore. Nel senso che è
spaziale fino alla semifinale, in cui alcuni lo additano come migliore
in campo. In finale tocca 5 palloni 5 e li sbaglia tutti. Ma per i grandi
appuntamenti, c’è qualcun altro che fa il lavoro anche per
lui. Il modo con cui esce con la faccia totalmente insanguinata dalla
mega rissa del Rackhethal è assolutamente da film. Il modo in cui
la gente lo guarda in aeroporto è da film, di Benny Hill, anche
perché di fianco a lui c’è un altro (Prampolini) messo
uguale. Ma non poteva esserci uscita più gloriosa di questa: o
lui, o Assen. Alla fine ha vinto Assen, grazie anche e soprattutto all’alleanza
con l’Indonesia. Ma Armaroli esce dal conflitto a testa alta, portando
a casa le ferite di una gloriosa resistenza condita da 5 magliette insanguinate
in 4 serate e da una città che lo ricorderà come uno dei
più valorosi invasori. Blood, sweat and tears.
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IL
CINEGRO voto 3: come le serate in cui le prende di santa ragione.
L’arbitro di un metro e dieci di origini indefinite sbaglia tutte
le decisioni, e quindi la sera, in birreria, viene ripetutamente pizzato
al ritmo di Gigi d’Agostino. Il problema è che la Villa non
ha fatto i conti coi suoi amici, che si presentano alla festa finale per
vendicarlo. E ci riescono perfettamente. Ignobile.
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GLI
INDONESIANI voto 7: come i punti che infliggono ai rossoneri. Hanno
12 anni, sono alti un metro e venti, ma nonostante ciò pizzano,
e anche forte. Ma il mandante è il Cinegro, questo la polizia di
Assen lo sa. Bud Spencers.
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CICCIONE
CICCIONE voto 6: sarebbe da 10, per la sportività con cui
raccoglie i cori degli italiani e per la maestria con cui cerca il mani
fuori alto sulle mani, tanto che la volta che Gambarelli gli toglie le
mani, il pallone termina dritto dritto su Plutone. Però nella semifinale,
in cui lo stolto credeva di poter vincere, se la prende perché
le prende, e diventa antipatico. Ibra ce l’ha nel taschino.
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ADRIANO
voto 2: intanto perché il centralone canadese si fregia
di un titolo, quello di Mvp, non suo, ma per fortuna “France Volleyball”
fa le statistiche su tutta la stagione e non sul singolo torneo e la sua
pessima giuria e così il Pallone d’oro di Ibra è salvo.
Poi vogliamo parlare della sua allenatrice? 200 chili per 2 metri di larghezza…
Però dichiara di essere stata allenatrice di Stelio de Rocco e
amante di Jim Helmer in gioventù, e quindi diventa automaticamente
la nostra idola. Tornando ad Adriano, l’umiliazione finale la subisce
al Rackhethal, quando Marani gli esulta alla Ronaldinho sotto il naso
e lui non sa come controbattere, sbeffeggiato da tutta la discoteca. Il
problema è che, non si sa bene perché, proprio da questa
scenetta inizia la notte tragica. Imperatore decaduto.
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LO
SPEAKER DELLA FINALE voto 10: solo per come dice Fighi Biondi…
e tutto il resto che non si può ovviamente riportare.
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I
BOMBERS DI TORINO voto 9: diamo un voto complessivo a una grande
squadra, che ogni anno si ripresenta con novità tecniche eclatanti.
La “freeze” quest’anno è spaziale e fa il paio
col “minuto di silenzio” e la “ricezione sul pubblico
(femminile)” dei rossoneri. Intonano loro il coro “Ciccione
Ciccione” che presto farà il giro del mondo. Grandissimi,
come sempre, e come i modenesi ormai padroni della cittadina olandese.
Tant’è che adottano un bambino (forse abbandonato dai Cinegri?)
e lo fanno diventare vicecampione d’Europa. Grandissimi.
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I
BOMBERS DI TORINO voto 9: diamo un voto complessivo a una grande
squadra, che ogni anno si ripresenta con novità tecniche eclatanti.
La “freeze” quest’anno è spaziale e fa il paio
col “minuto di silenzio” e la “ricezione sul pubblico
(femminile)” dei rossoneri. Intonano loro il coro “Ciccione
Ciccione” che presto farà il giro del mondo. Grandissimi,
come sempre, e come i modenesi ormai padroni della cittadina olandese.
Tant’è che adottano un bambino (forse abbandonato dai Cinegri?)
e lo fanno diventare vicecampione d’Europa. Grandissimi.
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PIMPELAER
E ISOLA BELLA voto 9: il primo fornisce da bere, il secondo da
mangiare. In mezzo Gigi d’Agostino, filetti di cane, pane che costa
5 euro, tequile, colluttori, litri e mezzo di sambuche, birre, vodka redbull,
vodka orange, vodka e basta, creme di whiskey, orologi rotti, conti non
pagati. Assieme al Penta, quest’anno a dire il vero un po’
spento, non fosse stato per noi, sono l’asse portante di una città
che nei restanti 361 giorni dell’anno è chiaramente un cadavere.
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BEVIGGGGGGGGGGIOIA
voto 0: beh, che dire? Nei giorni precedenti il torneo si bullano
e ci prendono per il culo perché nel 2006 avevamo dichiarato una
vittoria poi non arrivata. Solo che ci sono due problemi. Il primo è
che non si presentano, perché c’è la neve (ma va’,
ad Assen la neve?!?! In dicembre?!?! Nooooo), il secondo è che
stavolta il torneo lo vinciamo davvero. E così non c’è
bisogno di rispondere alla provocazione. Per noi parlano i fatti. Il problema
per i Bevigggggioia è che i fatti parlano anche per loro. Babi.
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PARTITE 27/12 |
CHICCA: ecco i
nomi della presentazione giocatori finale... l'occhio di bue... in ordine... Manu: madon** troy Simo: ibra Alle: fighi biondi Goofy: goofy Micky: Mister Diamond Antò: ciccione ciccione Gamba: Euge: ti voglio amare Denny: sborat |
LA
FESTA FINALE voto 10: ora, io non è che le ho viste tutte,
nella mia vita. Ma quello che è successo l’ultima sera ha
un nonsochè di irripetibile. Non si può descrivere. Bisognava
esserci. I gettoni, Adriano, Ronaldinho, la pioggia, la neve, il posto
di soccorso in discoteca, l’ospedale, i tosti al Penta e la partenza
con due feriti gravi. Forse nessuno ha capito bene ancora e davvero cosa
è successo. Ma meglio così. Un addio in pompa magna. Sempre
meglio che in pompa funebre.
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Addio
Assen. E grazie di cuore.
Lasciamo qui la nostra epigrafe. QUELLO LASCIA BENE POCO! |