ultimo aggiornamento: 06/01 21.00
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approfondimenti




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ANTONIO SASA’ SANTISI voto Daje de Testa!: uno dei punti più spettacolari della storia del KVT di Assen porterà per sempre indelebile la sua firma. Gambarelli alza, Santisi colpisce di testa, gli avversari parano, di nuovo palla nel campo rossonero, Gambarelli crossa ancora perfetto per Santisi, ancora incornata e punto. Spettacolare. Per il resto pesta 25 volte la riga in battuta, lascia Marani in un carrello della spesa, prova lui a prendere a pizze Gamba. Silente.

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EUGE RONALDINHO CAZZO MARANI voto 9: beh, uno spettacolo: da dove partiamo? Dal suo “ti voglio amaaaaareeeeee” che ha contagiato anche l’Olanda? Oppure dall’esultanza con gesto del surfista con tanto di urlo sbraitante “Ronaldinho cazzooo!” prima pronunciata al Pimpelaer e poi sotto gli occhi attoniti di Adriano, umiliato dall’esultanza di Marani? O forse vogliamo parlare della serata precedente la finale, conclusa in un carrello della spesa alle 6.30 del mattino dopo aver vomitato terra, in stato di semi-incoscienza, essersi risvegliato un attimo per dire “Fai cagare uno e fai cagare due” a una coppia innocente che passava di lì, e poi essere nettamente il migliore in campo nella finale a mezzogiorno? O degli occhialini lampeggianti e dell’assistenza mirabile a Prampolini nella serata finale? Oppure vogliamo ricordare la sua breakdance sui vetri rotti, conclusa con una medicazione volante, presto imitata dal nostro Ibra? Potremmo stare qui per ore, a parlare di Marani... Ma se non lo vedete, non potete capire. Un genio.

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GAMBA DI CRACKER voto 7,5: ovviamente non possiamo abbondare con le votazioni. Ma se la Villa porta a casa la sua seconda Champion’s League, molto del merito passa anche dalle sue mani. Ovviamente viene umiliato da Trebbi, quando questo si mette a palleggiare delle 7 stratosferiche a Prampolini o degli schemi eccezionali che fanno schiacciare forte anche Armaroli. Ma l’arroganza con cui insegna ai centrali il loro proprio mestiere, il gusto con cui si sgranocchia i suoi cracker, il coraggio con cui apostrofa Armaroli che fa casino alle cinque del mattino perché gli olandesi gli hanno rubato il caricabatteria che poi scoprirà essere come sempre nello zaino, gli valgono un posto d’onore tra la ciurma rossonera. Altro che Merate, Gambarelli ha finalmente capito qual è la sua dimensione. Arrogance.

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LADIES AND GENTLEMAN, DIRECTLY FROM THE WALK OF FAME OF HOLLYWOOD AND VOLLEYBALL, PLEASE WELCOME THE ONE AND ONLY, THE PRECIOUS AND BRIGHTNING... MISTEEEEEER DIAAAAAAAAMONDDDDDDDDD voto 9: al primo attacco ha già una curva di sedicenni che urlano di gioia ed eccitazione per le sue performances. È la sua grande occasione, e il Diamante rossonero non la fallisce. Sempre titolare, con le sue battute al fulmicotone, gli attacchi che smerigliano le dita a Jackie Chan, le ricezioni creative e addirittura i pallonetti in finale, contende fino alla fine il Pallone d’Oro a Prampolini e trascina la Villa. La sera fa il suo, secca le scorte di tequila, beve colluttorio, illude migliaia di olandesi e non solo. Gamba gli impartisce il pallonetto e lui esegue alla perfezione, Gamba gli dice “Michi, questa la tiri” e lui annuisce, abbattendo il libero di Torino con una lavatrice. Alla fine lo chiamano tutti Diamond. E lui spacca. Le mani.

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DEEEEEEEEEEEEEEENYYYYYYYYYY voto Autovelox: nel viaggio d’andata il terrore dei rilevatori di velocità pervade il centralone rossonero. E infatti la stop non entra, bisogna andare in veloce. Alla prima partita è sbalordito da come i rossoneri trattano gli avversari, poi capisce che si fa così e si adegua, cantando “Ciccione Ciccione” a qualsivoglia avversario. Mentre fa il ballerino consumato si vede spuntare Marani da sotto una gonna, e si perde nel ritmo. Il suo materassino fa acqua da tutte le parti, e ciò, alla luce delle dichiarazioni da perfetto campeggista della vigilia, stride un po’. Ma comunque è impeccabile, anche nel litigare con Gamba in campo, lui che è l’unico che lo voleva con noi ad Assen e che forse alla fine era l’unico a non volerlo più vedere. Ciccione.

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UN ALTRO MISTER CAMPIONE D’EUROPA voto 8: c’era solo Zombie, una volta, a potersi fregiare del titolo. Adesso no. Adesso c’è anche lui, mr Metano Ferraguti. Guida la squadra con cipiglio e maestria, ma soprattutto guida il pulmi con cipiglio e maestria, in un viaggio verso Amsterdam in mezzo a una tormenta di neve, con il resto della truppa svenuto a fargli la stessa compagnia di 5 morti. Non perde mai la bussola, non perde mai d’occhio i giovani scapestrati, ma soprattutto non perde mai una partita. Il primo titolo della sua carriera è il più importante. Campione d’Europa.

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IBRA voto 10 (con lode e Pallone d’oro): da dove cominciare? Dalla fine della partita decisiva, chiusa ovviamente da un suo anticipo stellare? O dalla fine fine, chiusa ovviamente da 5 punti in faccia? Inizia senza voce già dal primo giorno, per due serate si tiene, poi si scatena. La notte prima della finale, dopo un litro e mezzo di sambuca, si gira di scatto e con una perfetta manata mancina, sfonda il vetro di un orologio al Pimpelaer. Trebbi e Fontanesi, seduti accanto al suddetto orologio chiacchierando amabilmente in attesa della fine della serata, sono attoniti. Poi arriva un bomber e incolpa Manuel, poi incolpa Fontanesi, ma non Trampolini, che nel frattempo è scappato a gambe levate. Morale della favola, i villadoriani mettono 35 euro per riparare il danno e quando escono Gesù Cristo Prampolini ha le stigmate. Dopo esser stato medicato, indica la retta via per il giorno seguente, e dopo aver messo giù l’ultimo punto, alza le mani al Cielo, lui, Divino Pallone d’oro incoronato da “France Volleyball” e dalle Sfere Celesti. Ma non finisce qui. Come in ogni Ultima Notte, c’è un traditore, che per l’occasione prende le sembianze di un’orda di Cinegri che si abbatte sulla Villa e in modo particolare sul suo Messia. Ibra, mentre fa il suo classico gesto con le braccia allargate, viene tradito da un pugno alle spalle, a cui ne segue un altro subito dopo. Al pronto soccorso sta “per morire”, ma il suo capitano lo salva con un etto di zucchero. Si riprende piano piano. I Cinegri non lo hanno rispettato. Gli orologi nemmeno perché non gli indicavano l’ora giusta. Neanche il Ciccione, che lo ha murato sul naso, ha avuto rispetto di lui. Ma alla fine il Campione è lui, è Ibra, e torna a casa in un tripudio di folla. Pallone d’oro.

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BICAMPIONE D’EUROPA NUMERO UNO voto 9: beh, che dire. La continuità dei trionfi rossoneri passa da qui. Mettiamo da parte la modestia. Una semifinale in cui diventa il nonno di tutti gli avversari. Una finale sontuosa, condita da ace, cabine telefoniche, magistrali mano fuori, e soprattutto grande generosità, nel lasciare a Ibra la giusta palla finale. Si trasforma in lucidissimo e sobrissimo crocerossino quando c’è da soccorrere i feriti di una rissa con dei dodicenni, poi crolla stremato in pulmi, dopo aver condotto ancora una volta i rossoneri alla vittoria, e due rossoneri all’ospedale. Immarcescibile.

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BICAMPIONE D’EUROPA NUMERO DUE voto 7 (somma dei punti suoi e di Trampolini): fa parte anche lui della continuità, anche se ovviamente il suo apporto al successo rossonero è molto minore. Nel senso che è spaziale fino alla semifinale, in cui alcuni lo additano come migliore in campo. In finale tocca 5 palloni 5 e li sbaglia tutti. Ma per i grandi appuntamenti, c’è qualcun altro che fa il lavoro anche per lui. Il modo con cui esce con la faccia totalmente insanguinata dalla mega rissa del Rackhethal è assolutamente da film. Il modo in cui la gente lo guarda in aeroporto è da film, di Benny Hill, anche perché di fianco a lui c’è un altro (Prampolini) messo uguale. Ma non poteva esserci uscita più gloriosa di questa: o lui, o Assen. Alla fine ha vinto Assen, grazie anche e soprattutto all’alleanza con l’Indonesia. Ma Armaroli esce dal conflitto a testa alta, portando a casa le ferite di una gloriosa resistenza condita da 5 magliette insanguinate in 4 serate e da una città che lo ricorderà come uno dei più valorosi invasori. Blood, sweat and tears.

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IL CINEGRO voto 3: come le serate in cui le prende di santa ragione. L’arbitro di un metro e dieci di origini indefinite sbaglia tutte le decisioni, e quindi la sera, in birreria, viene ripetutamente pizzato al ritmo di Gigi d’Agostino. Il problema è che la Villa non ha fatto i conti coi suoi amici, che si presentano alla festa finale per vendicarlo. E ci riescono perfettamente. Ignobile.

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GLI INDONESIANI voto 7: come i punti che infliggono ai rossoneri. Hanno 12 anni, sono alti un metro e venti, ma nonostante ciò pizzano, e anche forte. Ma il mandante è il Cinegro, questo la polizia di Assen lo sa. Bud Spencers.

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CICCIONE CICCIONE voto 6: sarebbe da 10, per la sportività con cui raccoglie i cori degli italiani e per la maestria con cui cerca il mani fuori alto sulle mani, tanto che la volta che Gambarelli gli toglie le mani, il pallone termina dritto dritto su Plutone. Però nella semifinale, in cui lo stolto credeva di poter vincere, se la prende perché le prende, e diventa antipatico. Ibra ce l’ha nel taschino.

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ADRIANO voto 2: intanto perché il centralone canadese si fregia di un titolo, quello di Mvp, non suo, ma per fortuna “France Volleyball” fa le statistiche su tutta la stagione e non sul singolo torneo e la sua pessima giuria e così il Pallone d’oro di Ibra è salvo. Poi vogliamo parlare della sua allenatrice? 200 chili per 2 metri di larghezza… Però dichiara di essere stata allenatrice di Stelio de Rocco e amante di Jim Helmer in gioventù, e quindi diventa automaticamente la nostra idola. Tornando ad Adriano, l’umiliazione finale la subisce al Rackhethal, quando Marani gli esulta alla Ronaldinho sotto il naso e lui non sa come controbattere, sbeffeggiato da tutta la discoteca. Il problema è che, non si sa bene perché, proprio da questa scenetta inizia la notte tragica. Imperatore decaduto.

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LO SPEAKER DELLA FINALE voto 10: solo per come dice Fighi Biondi… e tutto il resto che non si può ovviamente riportare.

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I BOMBERS DI TORINO voto 9: diamo un voto complessivo a una grande squadra, che ogni anno si ripresenta con novità tecniche eclatanti. La “freeze” quest’anno è spaziale e fa il paio col “minuto di silenzio” e la “ricezione sul pubblico (femminile)” dei rossoneri. Intonano loro il coro “Ciccione Ciccione” che presto farà il giro del mondo. Grandissimi, come sempre, e come i modenesi ormai padroni della cittadina olandese. Tant’è che adottano un bambino (forse abbandonato dai Cinegri?) e lo fanno diventare vicecampione d’Europa. Grandissimi.

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I BOMBERS DI TORINO voto 9: diamo un voto complessivo a una grande squadra, che ogni anno si ripresenta con novità tecniche eclatanti. La “freeze” quest’anno è spaziale e fa il paio col “minuto di silenzio” e la “ricezione sul pubblico (femminile)” dei rossoneri. Intonano loro il coro “Ciccione Ciccione” che presto farà il giro del mondo. Grandissimi, come sempre, e come i modenesi ormai padroni della cittadina olandese. Tant’è che adottano un bambino (forse abbandonato dai Cinegri?) e lo fanno diventare vicecampione d’Europa. Grandissimi.

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PIMPELAER E ISOLA BELLA voto 9: il primo fornisce da bere, il secondo da mangiare. In mezzo Gigi d’Agostino, filetti di cane, pane che costa 5 euro, tequile, colluttori, litri e mezzo di sambuche, birre, vodka redbull, vodka orange, vodka e basta, creme di whiskey, orologi rotti, conti non pagati. Assieme al Penta, quest’anno a dire il vero un po’ spento, non fosse stato per noi, sono l’asse portante di una città che nei restanti 361 giorni dell’anno è chiaramente un cadavere.

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BEVIGGGGGGGGGGIOIA voto 0: beh, che dire? Nei giorni precedenti il torneo si bullano e ci prendono per il culo perché nel 2006 avevamo dichiarato una vittoria poi non arrivata. Solo che ci sono due problemi. Il primo è che non si presentano, perché c’è la neve (ma va’, ad Assen la neve?!?! In dicembre?!?! Nooooo), il secondo è che stavolta il torneo lo vinciamo davvero. E così non c’è bisogno di rispondere alla provocazione. Per noi parlano i fatti. Il problema per i Bevigggggioia è che i fatti parlano anche per loro. Babi.

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PARTITE 27/12
VILLA - ZAANSTAD 2-0 (25-21 25-18)
VILLA - GEMINI ASSEN 2-0 (25-23 25-19)
VILLA - SOFIA 2-0 (25-19 29-27)
VILLA - VANCOUVER 2-0 (25-22 25-22)
VILLA - DE MEEUWEN 2-0 (25-17 25-16)

PARTITE 28/12
VILLA - TEWNTE 1-1 (25-16 25-27)
VILLA - HARAMBEE 2-0 (25-14 25-19)
VILLA - MENEGHETTI TORINO 1-1 (23-25 25-18)
VILLA - SUDOSA 2-0 (26-24 25-20)

QUARTI DI FINALE
VILLA - VILNIUS 2-0 (25-18 25-22)

SEMIFINALE
VILLA - ANIMO ASSEN 2-0 (25-17 28-26)

FINALISSIMA
VILLA - MENEGHETTI TORINO 2-1 (19-25 25-22 15-13)


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CHICCA: ecco i nomi della presentazione giocatori finale... l'occhio di bue... in ordine...
Manu: madon** troy
Simo: ibra
Alle: fighi biondi
Goofy: goofy
Micky: Mister Diamond
Antò: ciccione ciccione
Gamba:
Euge: ti voglio amare
Denny: sborat

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LA FESTA FINALE voto 10: ora, io non è che le ho viste tutte, nella mia vita. Ma quello che è successo l’ultima sera ha un nonsochè di irripetibile. Non si può descrivere. Bisognava esserci. I gettoni, Adriano, Ronaldinho, la pioggia, la neve, il posto di soccorso in discoteca, l’ospedale, i tosti al Penta e la partenza con due feriti gravi. Forse nessuno ha capito bene ancora e davvero cosa è successo. Ma meglio così. Un addio in pompa magna. Sempre meglio che in pompa funebre.

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Addio Assen. E grazie di cuore.
Lasciamo qui la nostra epigrafe.

QUELLO LASCIA BENE POCO!