Egregio,
ho letto la Sua rubrica "Il Criticone" e devo assolutamente
esternarLe tutta la mia ammirazione per una trasposizione così
ironica, vivace e ben scritta. Il mio apprezzamento va anche alla descrizione
così dettagliata e minuziosa di tutte le realtà delle
società sportive da Lei considerate. Un chiaro segno di buona
informazione e addentramento conoscitivo degli argomenti da Lei esposti.
Mi permetto comunque di apporre un modestissimo appunto, senza voler
per altro sguainare nessuna critica, al Suo comunque encomiabile lavoro.
Non ho potuto fare a meno di notare un (mi permetta il termine) "accanimento"
nei confronti della Società Kpm. Traspare un velato senso di
condanna cronica nel descriverne i vissuti, quasi a far trapelare un
trascorso indiretto con quella Società farcito di esperienze
da dimenticare.
Le rubriche dedicate ai campionati di B2 dedicano largo spazio del loro
sviluppo alla lapidazione della Kpm descrivendo impietosamente l'altalenante
e negativa cronologia di una Società che ha avuto solo la "sfortuna"
di avere un budget sostanzioso e involontariamente mal speso (non credo
fossero a conoscenza del problema di Besozzi e neppure potevano aspettarsi
una prestazione così insipida da Bevilacqua). Inoltre stento
a credere che la squadra allestita quest' anno sia stata di proposito
attrezzata con atleti di livello mediocre per la B2. Trovo quindi inutile
prendersela con un organico che sicuramente avrebbe voluto fare una
campagna acquisti migliore ma non ha potuto fare di più. Mi aiuti
a comprendere il motivo di tanto inveire.
Grazie e ancora complimenti.
Marco Neri
La
sua domanda è diretta e centrata perciò voglio chiarire
subito ciò che potrebbe essere frainteso.
Premetto che non ho avuto nessun contatto diretto con la società.
Indiretto sì, perché come ben saprà la Kpm è
nota in tutta la provincia proprio per la sua notevole disponibilità
finanziaria. Lei questa disponibilità la chiama "sfortuna",
ma nessuno ha mai obbligato la Kpm a pagare i suoi giocatori, penso
sia stata una scelta autonoma. Se non fosse così, mi stupisco
che i giocatori non siano ancora stati arrestati per estorsione.
In ogni modo, non ho un accanimento (come lei afferma) verso la Kpm.
Ma per ora rappresenta ciò che io disapprovo, ovvero la legge
del profitto e del mercato legato allo sport non professionistico.
Prendiamo il calcio. Vedo gente sconvolgersi e inorridire per i soldi
che circolano nel mondo del calcio professionistico. Non c'è
niente di anormale, seguono la legge del mercato. Le partite coinvolgono
un pubblico; le ditte o le imprese sentono questo coinvolgimento e attivano
il loro branding (diffusione del marchio), investono ingenti somme di
denaro nella pubblicità e nelle sponsorizzazioni; tutto questo
ruota attorno a delle stelle, i giocatori, senza di loro questo mercato
non esisterebbe. I loro miliardi sono il compenso che il mercato gli
offre per aver attirato l'attenzione del pubblico. Potete essere d'accordo
o meno ma è così. Questo è professionismo.
La pallavolo non lo è ancora. O meglio, non lo è nei campionati
diversi dall'A1. Non c'è ancora uno "show" degno di
tale nome, i giocatori non sono ancora stelle, non c'è movimento
di mercato e lo sport rimane puro, cioè non condizionato dagli
interessi di terzi. Perciò, in senso ironico (non immagino certo
che Malavasi punti a perdere sempre per buttare via il denaro, è
solo un paradosso), ho voluto sottolineare come la Kpm segua invece
questa logica del mercato, in più riesce a farlo in modo strambo,
un modo che lei definisce involontario, ma che io chiamerei poco oculato,
perché, mi spiace dirlo, in economia come in altri campi la scarsa
conoscenza è solo una cattiva scusa. Mi spiego. Pagare decine
di milioni giocatori che, stando a regole non scritte, li valgono, è
economicamente accettabile (come avrà capito io comunque non
approvo). Ma strapagare giocatori che non hanno ancora una storia pallavolistica
economicamente degna di quella cifra è pericoloso. Si alza l'aspettativa
dell'ingaggio e si crea un clima per cui anche mio zio può pretendere
mezzo milione senza aver mai toccato un pallone. Ora esagero certo,
ma la realtà non è così lontana: ci sono, come
ho detto altre volte, ragazzi di 17 anni che credono di aver diritto
ad un ingaggio. E non è solo questione della Kpm.
Questa è la pallavolo che volete? Guardi solo il caso Gardini.
La mia non era solo una citazione. La vicenda di Gardini è un
esempio di come il professionismo abbia ormai invaso la pallavolo. Questo
sport è destinato a cambiare e da come si presenta, non mi sembra
un cambiamento in meglio. Questo è il concetto di sport in cui
credete?
Se è così il suo appunto è legittimo, sono io il
retrogrado, quello che si illude che con un po' di coraggio si può
cambiare verso al mondo. Sono io il folle che pensa di avere la verità
al suo fianco.
Ma so che non tutti la pensano così, so che se sono folle non
sono solo e allora il concetto di follia cade. Nasce una minoranza e
da sempre da essa nasce la contestazione, il rifiuto, il confronto...
il cambiamento.
Credo in questo.
Saluti...Luther Blisset
email: lutherblisset3@hotmail.com
(Traduzione
a cura di Antonella Castellazzi)
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