Il mondo imperialistico-capitalista si divide sostanzialmente in
due categorie di persone/enti/stati.
Chi ha i soldi e chi no.
Chi ha i soldi vince. Chi non ce li ha no.
Si chiama plutocrazia. Ha vinto sul comunismo dopo decenni di aspre
lotte a suon di arsenali nucleari. Peccato. Potevamo avere un’altra
possibilità e invece non l’abbiamo.
Peccato.
Sapete già dove voglio
andare a parare, ormai sono più banale del Pd. Questa stagione
pallavolistica esordirà “che confusione”, però
non si può dire che non “è un’emozione”,
insomma “sarà perchè ti amo”, traducendo,
il 2013/2014 lo scrivono Ricchi e Poveri.
Che poi, il nostro strano mondo della rete minore modenese va in
controtendenza. Mentre nel paese aumentano i disoccupati, lo spread
ci incalza, le piazze affari si svuotano, i senzatetto si moltiplicano,
i prezzi aumentano, e persino la serie A1 perde i pezzi... nel volley
modenese i ricchi sono in aumento. Siamo un po’ in ritardo
rispetto al mondo, ecco. Insomma, sembra davvero la storia della
Guerra Fredda, le potenze occidentali a combattere (e sconfiggere)
i poveri e sparuti comunisti d’Oriente. L’unica anomalia
rispetto agli anni ’80? È che le potenze occidentali
di Modena, stanno ad Est!
Qualcuno potrà dire che facendo un rapido calcolo, in serie
B la lotta si riduce praticamente a tutti contro Mirandola e Villa
d’Oro, che ancora e orgogliosamente difendono i bastioni di
là dal muro.
Ma è davvero così?
Proviamo ad analizzare la situazione, facendo qui di seguito un’anteprima
campionati seria, mica quella schifezza tecnico-tattico-scientifica
che il vostro webmaster rosso sta mettendo online in queste settimane,
che a noi fregacazzi se Bigarelli finalmente farà la promozione,
se Egidi è forte e Steve Mari anche, se Ugolini come al solito
salverà la Villa giocando su un piede, una gamba, un gomito,
una spalla e un occhio soli o se Andrea Asta è il miglior
allenatore del pianeta. A noi interessano i soldi.
Ecco la vera analisi pre-campionato,
nel risiko del volley modenese. A voi la scelta di dove arruolarvi.
MIRANDOLA B1. Oriente
socialista.
Chapeau. Terremoti, concorrenza ricca, infortuni. Niente ferma l’onda
mirandolese. Le truppe di Zucchi e Pinca presidiano la bassa modenese
manco fosse il Vietnam. Nonostante la vicinanza geografica di Carpi,
negli anni la rocca mirandolese ha resistito agli assalti. E anche
quando il capitalismo ha assoldato il terremoto per infliggere ai
gialloneri il colpo decisivo, i vietcong guidati da Caleffi non
hanno tentennato un secondo: si sono subito rialzati, hanno aggiustato
le crepe e hanno vinto la guerra dello scorso anno, avanzando di
non pochi metri il fronte d’attacco. Ora difendere le posizioni
sarà ancora più difficile, in B1. Ma con Serafini
in regia, tutto può succedere. Avanti col vino, quindi, verso
il sol dell’avvenire.
CARPI B1. Occidente critico.
Alla corte del Molly, dopo anni di mercato libero e spese ingenti,
è stata varata la linea del rigore. Dal Molly a Monty, sembra.
Niente più campioni da Correggio e da tutta Italia, niente
più Guerrieri, niente più Gati e Cardone rubati al
nemico cubano. Ridimensionamento. Si punta su alcuni giovani da
rilanciare (come Pupino), su alcuni giovani lanciatissimi (Biga),
su alcuni giovani da farsi (Bellei), su alcuni vecchi ancora ben
conditi (Insalata). Che alla fine Allorini, dopo gli allori degli
ultimi anni, si sia convertito? Che Carpi voglia passare dalla parte
della Villa d’oro dopo averla odiata, attaccata e sconfitta
così tante volte? Solo il portafoglio e il tempo ce lo diranno.
MODENA EST B2. Stati Uniti.
Dopo una scalata di pochi anni, Modena Est ha raggiunto l’olimpo.
È lo stato più potente. Ha aperto il fuoco (e il portafoglio)
e dichiarato guerra a tutti, nemici come alleati, vicini di casa
come regnanti di un mondo lontano. Lo scopo è chiaro: la
plutocrazia deve trionfare. La squadra è una delle più
forti che in assoluto abbiano calcato le palestre di Modena che
non fossero il PalaPanini. La diagonale Pignatti-Astolfi costa quasi
quanto l’accoppiata Messi-Neymar del Barcellona. Raimondi-Cassandra
valgono il doppio di Tevez-Llorente. Unico appunto: cazzo c’entra
Padella?!? Sperando che anche l’ultimo socialista in seno
agli Stati Uniti approfitti di questa ricchezza improvvisa, purtroppo
c’è poco da fare: i vietcong sono da un’altra
parte, quindi Modena Est vincerà la guerra. E anche con poche
perdite (stimate nell’ordine di 8-10 set massimo). Il prossimo
step è togliere la dicitura Est dal nome. Anzi, si vocia
già che, coerentemente col programma in grande stile di Fanton
e soci, il nome depositato in Fipav per il campionato in corso sia
Modena Best. E come dar loro torto.
VIGNOLA B2. Occidente
allineato.
Dopo la delusione di due anni fa, quando la compagine ciliegina
era salita in serie B cercando di confermare le roccaforti conquistate
con un’ideologia simil-marxista, quest’anno Pelle non
ci ha pensato due volte e si è armato per bene. Egidi è
una sicurezza, quasi quanto il sorriso costante e bloccato di Steve
Mari o la foto della mamma nel portafoglio di Albo Bellei. Modena
Est però non si fida di questo alleato: Teo Managlia sarà
lo stesso, senza Prato? Malservisi riuscirà a gestire una
politica interna sempre in ebollizione? Ecco perchè Modena
Best ha chiesto e ottenuto di essere nello stesso girone di Vignola.
Obiettivo non dichiarato: annientarla, non si fidano.
CORREGGIO B2. Occidente
socialdemocratico allineato.
A Correggio la pensano diversamente, ma anche qui gli euri non mancano.
Quanto pensate sia costato Ricchetti, ad esempio? Poco meno di Kakà?
O il trio Bigarelli-Mazzali-Gabrielli? O ancora, quanto si sarà
auto-dato di provvigione Sam Vaccari? Tutte domande che rimarranno
irrisolte, anche se l’amicizia della società con molti
dei giocatori di Modena Best fa pensare a un’alleanza in vista
della vittoria del campionato da parte dei modenesi, dell’ingresso
play off da parte dei reggiani. E se le due corazzate si alleano,
per il comunismo è finita.
SASSUOLO B2. Occidente
dagli spazi infiniti.
La fronte della Gianda è estesa quasi quanto il Canada, così
lo sono anche le possibilità del suo Sassuolo, che farà
un campionato compreso tra il secondo e il quattordicesimo posto.
Anche qui bando alle spese pazze, largo ai giovani di avvenire.
La moneta circola meglio che in altre piazze, ma il fatto di essere
arroccati sulla pedemontana, con un confine armato fatto di piastrelle,
fa stare Sassuolo più che sicura. Ok il capitalismo, ma facciamo
un po’ come cazzo ci pare, questo il motto dei Tassoni boys.
VILLA D’ORO B2.
Cuba comunista.
Circondata dall’imperialismo dilagante, la Villa rimane l’unica
roccaforte del comunismo declinato al volley in città. Reggerà
all’urto o tornerà a capitolare come due anni fa? Il
generale Ugolini comincia a dare i primi segni di cedimento fisico:
dopo essere stato l’unico e indiscutibile artefice dei successi
rossi (e neri) degli ultimi due lustri, lo scorso anno ha salvato
da solo la Villa d’oro giocando tutta la stagione su una gamba
sola, perchè l’altra (la risonanza ha confermato) è
completamente marcia, con 7-8 legamenti da buttare, il menisco sbriciolato,
i tendini a un coca-party e le cartilagini asciutte come la Death
Valley. Riuscirà a ripetersi quest’anno? Sembra difficile.
Ecco perchè, nell’ultimo strenuo tentativo di sopravvivenza,
il gerarca rosso Armaroli ha assunto alla guida un nuovo stratega,
Roberto “El Vancio” Vancini, subcomandante dall’esperienza
pluriennale. Le truppe sono ormai allo sbando, Zacchia potrebbe
guadagnare miliardi altrove ma si trova confinato a giocarsi il
posto con Papotti, Nicolini ormai non ne ha più dopo aver
giocato mezza stagione da 6, Bergianti, Luppi, Malavolta e Trebbi
sono giocatori finiti da tempo. Come potrà salvarsi la Villa?
Le speranze sono riposte in LikeMike e, ovviamente, in un miracolo
di Ugolini. Ma a tutti sembra che questo sarà il canto del
cigno della piccola repubblica socialista di via del Lancillotto,
che presto verrà fagocitata dalle fauci dell’imperialismo
dominante.
Come vedete, c’è
poco spazio per i dubbi. Mirandola è fuori dai conflitti
grossi, un po’ come la Cina. E difende bene e con grinta le
proprie posizioni. La Villa invece è ancora e sempre più
circondata dalle potenze avversarie. Cosa succederà non è
dato sapere: da via del Lancillotto si alzerà un grido di
aiuto rivolto agli sparuti stati amici (Mirandola e la poco distante
Campegine col suo Fuori Orario)? O a maggio un breve dispaccio imperialista
potrà finalmente dire “La guerra è finita, il
nemico è scappato, è vinto, è battuto. Dietro
la collina non c’è più nessuno solo aghi di
pino e silenzio e soldi”? Chi lo sa.
Gli amanti del volley di una volta
si consolano con Torrazzo che è diventata Corlo (con Ricciolo
e Pitone), con Corlo che è diventata Vignola (con Mazzoli
e Marani) e quindi con una confusione geografica senza eguali. Tanto
qui si scannano tutti, anche Pippone Rovatti con la sua Castelfranco
vorrà dire la sua, così come il Pancia che come al
solito si affida a un opposto, ma il campionato lo vincerà
Asta col nuovo Ugolini, al secolo Andrea Plessi, la speranza villadoriana
per altri dieci anni di volley ai vertici quando il diodelsesso
deciderà di smettere.
Nel femminile col ritiro della
Vai, gli acciacchi della Ferriani e il fidanzamento ufficiale della
Crotti, la Villa d’oro si affida alla Leoni per cavar qualche
ragno dal buco, mentre in serie B Montale tenterà un’altro
miracolo (cosa piùchepossibile), e lo stesso faranno anche
San Damaso e Vignola. L’Arbor è fortissima, c’è
l’Alilanza e c’è la Iori, a Castelvetro la Buccia
è già in banana di lambrusco, Nonantola fa il suo
solito col ritorno alle competizioni della Padova, in serie D tifiamo
tutti la Bea Barbieri.
E insomma, in questo clima da
guerra fredda ci sono ancora 25 gradi e mancano ancora 20 giorni
all’inizio del campionato. C’è tempo per riflettere.
Ma se vinciamo al grattaevinci, vi compriamo tutti e vi teniamo
dentro al bocciodromo, bastardi!
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