Oggi,
come tutti i giorni, mi sono alzato verso le 11. Non vi stupite, non
ho più molto da fare e posso concedere qualche oretta in più
a Morfeo. Ho aperto la finestra, ho guardato giù: il paesaggio
è il solito da sei anni, ma dal sesto piano tutto è
sempre bellissimo, anche la Gare du Nord. Chi è stato a Parigi
sa di cosa parlo. In ogni modo, ho fatto la doccia e sono sceso al
bar per il caffè. Ho acceso il computer e mi sono letto i vostri
giornali. Per la verità su Internet leggo solo i vostri giornali
locali, la Gazzetta di Modena e il Resto del Carlino. La vera lettura
la riservo per dopo colazione. Torno al piacere della carta stampata,
l'odore del piombo, Le Monde, il caffè, il bagno. Sapete cosa
intendo, è forse uno dei momenti più rilassanti della
vita di un uomo. Peccato che a volte i giornalisti riescano a rovinare
anche questo momento.
"MA COME PARLA, MA COME PARLA
LE PAROLE SONO IMPORTANTI"
(Nanni Moretti in "Palombella Rossa"). È una frase
che andrebbe scolpita nella mente di tutti. Soprattutto in quella
dei giornalisti. Sono i primi a stuprare la lingua inondandola
di luoghi comuni e frasi preconfezionate. Qualche esempio sportivo
(è il nostro campo no): una squadra non vince, s'impone, liquida,
domina (addirittura); se perde, cede, cade, crolla sotto i colpi di
(ma è un massacro); se una partita è equilibrata è
un punto a punto snervante o una prova di forza; una squadra chiude
il set, no! Chiude i conti; una squadra prima in classifica è
in vetta (sarebbe interessante sapere l'altitudine) se ultima è
il fanalino di coda (se è a zero punti il fanalino è
spento?). E ce ne sarebbero ancora, gli odiati inglesismi (4): Ko,
match, regular season, ecc. orrori ortografici, per non parlare degli
aggettivi buttati a caso come prestazione eccezionale, partita fantastica,
perché non credo che i signori giornalisti si vadano a vedere
tutte le partite del sabato o della domenica (sono proprio curioso
di conoscere l'inviato di Cittadella-Novese di seconda categoria).
E le interviste? Lo so ho già toccato questo punto, ma proprio
non mi va giù. Che cosa serve intervistare un giocatore sei
volte prima dell'inizio del campionato? Alla terza, se hai talento,
non sai più cosa chiedergli. Arriveremo a sapere cosa ha mangiato
a pranzo la mamma di Roberto Baggio e ci chiederemo perché
pesce e non tacchino. Non aspetto altro.
Insomma, non dico sia facile fare cronaca, ma almeno proviamoci lasciando
stare la licenza poetica. Dicono che i fatti si commentino da soli.
Non è una gran frase, ma un certo senso ce l'ha. Ognuno si
fa la sua idea, l'importante è riportare fedelmente ciò
che è successo. Ad esempio, la Coppa Italia. Sassuolo, sono
pesante lo so, per me è un 8. La prima vittoria è stata
una piacevole sorpresa, la terza, una bella conferma. L'Iride
ha vinto tre partite su tre, soffrendo solo con la Stadium. Il mio
giudizio è un 7, non per le vittorie ma perché
hanno scoperto la modestia. Miglioriamo. Casinalbo e Stadium
si prendono anche loro un 7, le aspettative erano minori rispetto
a quello che sono riusciti a dimostrare. La Kpm, mi dispiace,
sportivamente è un 4, ma è un 10 pieno
a Malavasi perché so quello che vuole dimostrare. C'è
l'impegno e i 3-0 così sono un'opera d'arte che valorizza la
fatica della campagna acquisti. Bravi. E un 4 va anche all'Eurotecnica.
Non voglio essere preso per cattivo, ne perseguitare la Scuola di
Pallavolo (a proposito ci sono alcune e-mail che dovreste leggere),
ma dal punto di vista del gioco non ci siamo. Se vogliamo addentrarci
in un dramma, si può anche dare un voto alle squadre femminili.
Voi fate pure. Io mi fermo qui.
Ora stacco e torno alle mie letture sperando di rilassarmi un po'
di più.
Dimenticavo. Sempre su internet ho letto del caso Gardini. Geniale.
Sempre meglio. Da quello che ho capito è stato il tormentone
dell'estate. Casa Modena prende il centrale (sorvoliamo sul fatto
che era l'unica cosa di cui non c'era bisogno) gli fa firmare un contratto.
Roma non ci sta, perché anche senza contratto, Gardini è
legato alla società dal vincolo del cartellino. Ne segue una
lotta a chi offre di più e si arriva a 350 milioni per un "giovane
promettente" come lui. Fantastico. Insomma, Casa Modena non accetta,
Roma non molla e allora? Si va in tribunale? Bene così il pretore
del lavoro darà ragione a Casa Modena, sancirà la fine
del valore del cartellino e legittimerà definitivamente il
professionismo nella pallavolo. Detto chiaro e tondo, la Federazione
non aspettava altro, così si toglie uno scheletro dall'armadio.
Quale? Lo scheletro che rappresenta l'aver ignorato per anni e
anni quello che era noto a tutti, cioè che la filosofia dello
sport amatoriale non faceva più parte della pallavolo.
I giocatori erano sempre più indipendenti sempre più
pagati e sempre più professionisti. Ora questa gatta se la
pela la magistratura ordinaria, con la piena soddisfazione di una
Federazione sempre più sorniona.
Saluti
Luther Blisset
email: lutherblisset3@hotmail.com