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La cinematografia di fantascienza esiste da quando, in pratica, e' nato il cinema stesso. Le prime immagini a carattere fantastico risalgono al 1898: furono opera di Georges Melies e, senza alcun dubbio, la prima opera veramente degna di tale nome fu il famoso Dalla Terra alla Luna, appunto di Melies, liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Jules Verne e da I primi uomini sulla Luna di Herbert George Wells. Continuando nel novero delle date storiche, possiamo tranquillamente citare il 1925 come l'anno della nascita del primo film di 'mostri', Mondo perduto, tratto dall'omonimo romanzo di sir Arthur Conan Doyle, piu' famoso per essere il creatore dell'immortale detective Sherlock Holmes. Altre date da ricordare sono il 1933, l'anno dell'ormai celeberrimo King Kong, e il 1950, quando appare il primo, vero film spaziale a colori: Uomini sulla Luna.
La fantascienza cinematografica puo' essere tranquillamente divisa in vari generi. Alcuni di essi hanno caratteristiche proprie ed uniche e seguono, generalmente, canoni fissi sia di trama, sia di intendimenti; altri presentano sfumature diverse. Solo pochi film (piu' che altro recenti) possono collocarsi in categorie tutte particolari dove, addirittura, si sfugge al vero e proprio carattere fantascientifico.
Se la parola 'fantascienza' dovesse essere interpretata letteralmente, non dovremmo parlare del primo genere di cui ora tratteremo, i film 'di mostri' perche' essi, pur avendo una prerogativa fantastica tutta loro, sfuggono ad ogni vera regola scientifica; ma se, invece, consideriamo il vocabolo nella interpretazione di 'fantasie scientifiche', ecco che i monster movies possono essere accolti e trattati con assoluta tranquillita'. Per essere scrupolosamente precisi, negli Stati Uniti questi film non hanno una vera e propria collocazione nel genere, ma vengono considerati puramente e semplicemente per quello che sono, film 'di mostri'; solo in Italia entrano tutti assieme nello stesso calderone.
Comunque sia, come abbiamo detto all'inizio, la prima pellicola sui mostri preistorici fu opera di Willis O'Brien. Dal punto di vista degli effetti speciali, i suoi mostri erano modellini rivestiti di gomma con un'anima di legno, snodabili, che si potevano muovere fotogramma per fotogramma. In altre parole, ogni singola immagine conteneva un impercettibile movimento dell'animale che continuava nella sequenza successiva. Il passo del 35mm, il formato, cioe', delle normali pellicole cinematografiche, e' di 24 fotogrammi al secondo, il che vuol dire che a O'Brien occorrevano 24 fotogrammi per ottenere un secondo di movimento: ci si puo' rendere conto della difficolta' e della lunghezza del procedimento. Il film Mondo perduto riprendeva quasi testualmente l'opera omonima di sir Arthur Conan Doyle dove, in un acrocoro dell'Amazzonia, e' sopravvissuta una fauna preistorica: i componenti la spedizione riescono a catturare un brontosauro vivo e a portarlo a Londra, ma la gigantesca bestia fugge e semina il panico nella citta', allontanandosi poi, incolume, lungo il Tamigi.
E' evidente che il film costituisce la prima, sicura premessa al gigantesco colosso che sta per arrivare e che approdera' sugli schermi di tutto il mondo nel 1933: King Kong.
L'idea di ingigantire uno scimmione per farne il protagonista assoluto di un film fu opera di Merian C. Cooper, che non aveva ancora trovato modo di realizzare il progetto poiche' i dirigenti della RKO lo trovavano troppo costoso.
L'incontro casuale tra Cooper e O'Brien fu la fortuna per entrambi: assieme all'amico-regista di Cooper, Schoedsack, decisero di girare una bobina di prova, per la precisione quella dove King Kong getta in un baratro gli uomini aggrappati a un tronco. La prova fu considerata soddisfacente dai dirigenti della produzione, e i tre si misero al lavoro per realizzare il film.
O'Brien, con l'aiuto dei suoi collaboratori, i fratelli Delgado, fabbrico' i modelli utilizzando uno scheletro d'acciaio sul quale veniva colato del lattice; costruirono, inoltre, per esigenze di scena, la testa, la mano ed un piede di King Kong in grandezza naturale, due busti dello scimmione alti circa mezzo metro e del peso di cinque chili ciascuno e, nello stesso modo, due modelli completi e un busto a grandezza naturale. Per ricoprirlo occorsero quaranta pelli d'orso e sei uomini all'interno, addetti alla manovra.
Un altro problema fu costituito dagli effetti sonori…

(costretto a tagliarlo data la lunghezza... continua venerdì prossimo... n.d.w.)


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