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Vorrei
che tutti analizzassero i contesti discriminanti delle versioni della
verità. I pochi deficit dei miseri mi ricordano quelle lunghe
giornate piovose, mentre la mente dei liberi è inumidita dalla
loro presenza. Credo che l'errore fondamentale che soggiace al blocco
delle menti sia la struttura illogica delle perversione personali.
Diamo per scontato che il libero arbitrio renda le persone deboli
e forti, così si può destrutturare l'io in forme di
viltà, nella logica più vicina alla disperazione. Perché
la superiorità è figlia della sensibilità più
vile, nel richiamo al melodramma continuo, alle scontate deflagrazioni
del mio tuo. Mi rendo conto che la purezza della continuità
lineare, della linea come oggetto formale, possa mettere in crisi
i personaggi della nostra vita, quelli attaccati a loro stessi, come
a una linea, che non ha materia, per intenderci. Benché non
ci sia alcuna obiezione logica all'ipotesi di una trinità metafisica,
il metafisico normalmente cerca o un principio monistico, o dualistico
come mente-materia, oppure si affida a una qualità che diminuisca
la soggettività, che faccia uscire da se stessi, che renda
la qualità il punto di incontro tra soggetto e oggetto. |