HOME PAGE PALLAVOLO

Sono vivo.
Stavo sorseggiando i caldi e umidi pensieri di una mia giovane adepta quando capii che nella qualità mancava un pò di relatività. Se si fosse interessati, l'immagine sarebbe una selezione, in altre parole ciò che non si vede è parte integrante di ciò che si vede. Il pubblico porta con se nella visione relativistica notevoli caricature su questa proprietà dell'immagine. Ogni pensiero è per il visore una sintesi di rappresentazione. L'immagine veicola le informazioni mentre il sonoro veicola principalmente le emozioni. È assolutamente necessario prima mostrare, quindi, se necessario, spiegare, impiegando nella narrazione metonimie e metafore. Prendiamo per esempio Truffaut, "la sposa in nero":
1 inquadratura del gallo dei venti su una chiesa con panoramica verticale discendente fino ai gradini e, senza interruzione, panoramica orizzontale nella piazza fino ad un palazzo e ancora panoramica verticale ascendente fino ad una finestra.
2 interno con uomini che parlano.
Quest'esempio ci mostra come sia possibile relativizzare tutto un ambiente, e renderlo familiare.
Kubrik, "2001 Odissea nello spazio":
1
inquadratura dell'astronave che procede verso destra lentamente.
2 carrellata a seguire l'astronave che frontalmente ci raggiunge in angolo dell'inquadratura.
3 inquadratura in campo lungo con l'astronave che lateralmente supera la camera.
4 interno della nave con un uomo che fa footing sulle pareti circolari.
La lentezza immanente dell'universo e la ricerca del genere umano di esserne padrone e gestore. Tentativo vano e risibile.
Il cinema francese moderno deve darsi una svegliata.
Fabio Liberati