25/04/2002
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Tra i due giovani sposini era certamente la donna quella che aveva
visto più cose. Stava allegramente rincorrendo suo marito quando
per un palmo non fu investita dalla Fiat familiare dei tre killer.
Più svelto di un lampo, quel delitto era avvenuto a non più
di cinque metri dalle sue graziose scarpette da tennis, a non più
di cinque giorni dalle nozze celebrate nella sua casa di campagna.
Quel passaggio dall'altare alla sbarra, da testimoniata a testimone,
fu così veloce che la sconvolse forse più di tutto il
sangue che aveva visto rovesciarsi. Dondoni certo non badò
a delicatezze pur di essere informato sui più piccoli dettagli
di quell'atroce sparatoria: "Signora faccia uno sforzo. Proprio
non ricorda quante volte hanno sparato?".
"Ma non lo so. Saranno state sette, otto. Non finivano mai, non
la smettevano mai quei maledetti".
"E mi dica, ha visto per caso in quanti erano?".
"Mi sembra tre".
"Come le sembra... Non potrebbe essere più precisa?".
"Ma insomma. Non ho avuto il tempo di contarli - esclamò
spazientita - però alla guida sono certa di aver visto una
signora con gli occhiali".
Ancora terrorizzata, la donna riprese un po' del suo colore fresco
di marmo solo dopo aver bevuto un bicchierone d'acqua di sorgente.
Rapida come un'anguilla, dalle sorgenti umbre scorre un'acqua talmente
chiara che quasi si confonde fra le grandi rocce bianche simili a
uova preistoriche. Seduta all'aria aperta, ormai al sicuro fra le
braccia del marito, la giovane sposina riuscì a calmarsi e
a completare la sua testimonianza. Raccontò di essersi precipitata
in mio aiuto ma di avermi trovato già morto col braccio spezzato
sotto il corpo e la nuca aperta come un anfiteatro. Aggiunse anche
un altro indizio che vorrei ascoltaste direttamente dalla sua voce:
"Ho visto una macchina rossa, forse una Renault vecchio modello,
ripartire immediatamente dopo quella degli assassini. Lo ricordo bene
perché era parcheggiata proprio affianco alla nostra, e poi
perché gli ho anche indicato da che parte si era diretta l'auto
di quei bastardi, pensando che volesse inseguirli".
email: fabietto13@libero.it